Teologo e teorico politico tedesco. Scarse sono le notizie sulla sua vita.
Canonico nel convento di Lautenbach (Alta Alsazia) verso il 1084, si
trasferì a Raitenbach in Baviera e successivamente in Alsazia dove
fondò, a Marbach, un monastero di canonici regolari. Durante la lotta per
le investiture, sostenne papa Gregorio VII contro l'imperatore Enrico IV che lo
fece arrestare nel 1098, ma alcuni anni dopo lo troviamo nuovamente nel convento
di Marbach. Di lui rimangono due scritti che sono fondamentali per definire la
dottrina contrattualistica del Medioevo:
Liber ad Gebehardum e
Liber
contra Wolfelmum. Nel primo, scritto tra il 1080 e il 1085, in polemica con
Wenrico di Treviri, egli prende posizione a favore di Gregorio VII ed enuncia la
propria teoria del potere civile. Nel secondo prende posizione contro la
filosofia pagana. Più importante, sul piano della dottrina politica,
è il primo libro in cui egli prende in esame le basi dell'autorità
secolare. Il problema si inquadrava nel tentativo di papa Gregorio di deporre
l'imperatore, e si basava sull'argomentazione che l'autorità imperiale
è condizionata e che quindi gli obblighi dei sudditi verso l'imperatore
non sono assoluti. Egli cercò di dimostrare che una deposizione
può essere giustificata quando un re ha distrutto quei beni che invece la
sua posizione gli imponeva di conservare. Così egli giunge a enunciare
una teoria quasi contrattualistica (un "pactum" tra il re e il suo popolo), pur
accettando che l'ufficio regio fosse in sé di origine divina (1040 -
Marbach 1103).